Da Kao Sok a Ratchaprapha e poi su fino a Pak Nam
Lasciato il parco di Khao Sok ci siamo indirizzati verso la diga di Ratchaprapha che forma il lago di Khao Sok al centro del parco.
Ci aspettavamo una diga di stile alpino dato che ci sono montagne alte 1000mt. Invece è un insieme di piccole dighe (noi ne abbiamo viste solo 5) che, chiudendo una serie di vallate, creano un grande lago molto frastagliato con tante piccole isole circondato dalle montagne. È una struttura nata negli anni '80 per la produzione di energia elettrica e concepita in maniera ottimale.
Le turbine sono ben nascoste, il lago è balneabile e navigabile e tutto attorno hanno creato delle belle strutture ricettive.
Passati i controlli di sicurezza all'unico ingresso si accede ad un'area immensa perfettamente curata con giardini e strade impeccabili.
Ben inseriti nel paesaggio ci sono resort di ogni categoria e per ogni budget, un bel campo da golf, spiagge, campi da calcio, tennis, zone pic nic ed aree panoramiche.
Parcheggi immensi in più punti del parco danno l'idea di che infinità di gente questo posto ha la potenzialità di ricevere, però è vuoto.
Vuoto.. È così dispersivo che di gente ce n'era ma non si vedeva. 4 bus di scout, altrettanti di turisti, qualche minibus e alcune auto private occupavano una piccola parte del parcheggio turistico, lontano dai resort, e il posto sembrava comunque deserto.
Era nostra intenzione fermarci per la notte ma poi la zona ci sembrava fin troppo finta per essere in un parco naturale così abbiamo proseguito senza meta.
Volevamo andare a Phun Phin perchè ci piaceva il nome e da cui parte una ferrovia che finisce ancora nel parco, ma poi abbiamo visto che era in una zona troppo trafficata con aeroporto e base militare, così proseguendo ci siamo ritrovati ancora a Chumphon.
Quindi sosta a Pak Nam, come all'andata, ma in un resort all'interno e non sul mare. Oggi c'è vento e mare mosso, così abbiamo preferito evitare la camera sulla spiaggia. E soprattutto avevamo notato questo posto bellissimo già all'andata.
Ci aspettavamo una diga di stile alpino dato che ci sono montagne alte 1000mt. Invece è un insieme di piccole dighe (noi ne abbiamo viste solo 5) che, chiudendo una serie di vallate, creano un grande lago molto frastagliato con tante piccole isole circondato dalle montagne. È una struttura nata negli anni '80 per la produzione di energia elettrica e concepita in maniera ottimale.
Le turbine sono ben nascoste, il lago è balneabile e navigabile e tutto attorno hanno creato delle belle strutture ricettive.
Passati i controlli di sicurezza all'unico ingresso si accede ad un'area immensa perfettamente curata con giardini e strade impeccabili.
Ben inseriti nel paesaggio ci sono resort di ogni categoria e per ogni budget, un bel campo da golf, spiagge, campi da calcio, tennis, zone pic nic ed aree panoramiche.
Parcheggi immensi in più punti del parco danno l'idea di che infinità di gente questo posto ha la potenzialità di ricevere, però è vuoto.
Vuoto.. È così dispersivo che di gente ce n'era ma non si vedeva. 4 bus di scout, altrettanti di turisti, qualche minibus e alcune auto private occupavano una piccola parte del parcheggio turistico, lontano dai resort, e il posto sembrava comunque deserto.
Era nostra intenzione fermarci per la notte ma poi la zona ci sembrava fin troppo finta per essere in un parco naturale così abbiamo proseguito senza meta.
Volevamo andare a Phun Phin perchè ci piaceva il nome e da cui parte una ferrovia che finisce ancora nel parco, ma poi abbiamo visto che era in una zona troppo trafficata con aeroporto e base militare, così proseguendo ci siamo ritrovati ancora a Chumphon.
Quindi sosta a Pak Nam, come all'andata, ma in un resort all'interno e non sul mare. Oggi c'è vento e mare mosso, così abbiamo preferito evitare la camera sulla spiaggia. E soprattutto avevamo notato questo posto bellissimo già all'andata.