Addio asfalto e benvenuti in Cambogia

Non e' piu' la Cambogia di una volta.
Abbiamo passato la dogana senza dare "contributi spontanei", siamo stati fermati 4 volte agli unici 4 posti di blocco e siamo venuti via sempre senza multe pur essendo palesemente in torto.
Ok, sono stato minacciato dal capo della polizia che voleva darmi 3 giorni di galera, ma ne siamo usciti incolumi e gratis!
Niente di grave, ma la legge e' legge:In Cambogia e' assolutamente vietato circolare con le luci accese di giorno se non i caso di estrema emergenza. In pratica possono solo le ambulanze.
La nostra moto, che rispetta le leggi thai e di tutto il resto del mondo, ha le luci accese fisse.
Aggiungiamoci il fatto che la Cambogia ha appena disconosciuto la convenzione di Ginevra 1949 (mi pare) quindi la patente internazionale non e' piu' valida.
Tirando le somme abbiamo guida senza patente e simulazione di emergenza: 3 giorni di galera..
Domani spengo la luce, non si sa mai, trovi il poliziotto con la luna di traverso e addio vacanza.
Come dicevo, addio asfalto.
Dopo la notte col lampadario piumato abbiamo varcato il confine alle 9.30 e ci siamo avventurati per la strada piu' pericolosa della Cambogia, dove i camion si ribaltano in parcheggio e le gomme scoppiano come  bolle di sapone.
50 Km attraverso i monti cardamomi, le vette piu' alte della Cambogia, dove la lieta novella dell'esistenza del tornante non e' ancora stata tramandata. 25 Km di salite ai confini della realta'.
Avete presente quella misteriosa strada americana dove se lasci la macchina in folle risale da sola la saita? Qui ci sono Km di "discese" in cui devi scalare 2 marce per salire! E' un effetto ottico bellissimo, non credevo fosse possibile in cosi' larga scala.
In questi 25 Km antigravitazionali abbiamo incontrato una decina di macchine, tutte in panne, e forse 2 in movimento. Una ventina di bufali e qualche motorino sovraffollato.
Ma qui almeno c'era ancora qualcosa di simile all'asfalto.
Il bello e' arrivato nei 25 Km in discesa! Vedo davanti a noi un muro di nebbia fitta: non era nebbia, era polvere! Inizia lo sterrato con lavori in corso, alternanza di polvere bianca e di terra rossa per dare un tono all'ambiente e, come per magia, un traffico di fuoristrada velocissimi che hanno provveduto a sabbiarci anche i piu' remoti anfratti..
Comunque in questa nuvola di polvere non mancavano i bar all'aperto, verdurieri, bambini usciti da scuola in camicia bianca e pantalone blu. Come se niente fosse.
Il detto e': "Il vietnamita semina il riso, il cambogiano lo guarda crescere, il laotiano lo ascolta".
Quella sul cambogiano e azzeccata. Vedremo poi il laotiano... e mi viene gia' da ridere..
Come ciliegina sulla torta, o meglio come mosca sulla cacca, dove la polvere era bianca c'erano i lavori stradali, quindi dalla carreggiata con 10 cm di ghiaia spuntavano come bucaneve dei tondini di ferro  ovviamente non segnalati. Tanto a cosa serve segnalarli, in paese lo sanno, fra qualche mese asfaltano, dov'e' il problema?
E tutti tornano a guardare il riso.
Passata la montagna finalmente raggiungiamo la civilta' asfaltata, piu' o meno.
150 Km di camion in contromano, bufali, cani, moto stracariche e tanta, ma tanta birra.
Birra, siamo a Sihanoukville, sede del piu' grande birrificio cambogiano dove arrivano ininterrottamente camioni di vuoti, per ripartire con i pieni: fusti, bottiglie e lattine in carovane lente e inerminabili su camion allo stremo delle forze.
Finalmente, all'alba di non so che ora del pomeriggio, siamo arrivati a Otres, l'ultima spiaggia silenziosa della Cambogia e ancora per poco.
Come avevo scritto ieri, oggi avrei dovuto pubblicare la foto delle gomme. Dovrei anche estrarre dai video qualche foto del viaggio.
Ma secondo voi, dopo una giornata cosi' ho voglia di farlo?!
Ci vediamo domani.


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