Savannaket: take care, my friend.

Riprendendo il post precedente, 30 Km da Savannaket un paio di bufali! Eravamo a 112 km dalla meta...
Quindi, torniamo a ieri: arrivati al crocicchio della disperazione, in qualche posto in mezzo al Laos, ci fermiamo a chiedere indicazioni per andare a ovest in direzione Mekong.
Facile a dirsi, ma provate voi a chiedere dove siete a gente che non ha idea di dove vive! Loro stanno li', ma cosa c'e' attorno mica lo sanno, sono laotiani, quando hanno riso e porcelli sono a posto col mondo.
Infatti ogni persona ci indicava una direzione diversa. Cosi' chiediamo al farmacista del paese, quello studiato, che ci indica una direzione che noi seguiamo fedelmente... peccato che dopo 100mt la strada finisce! Allora torniamo in farmacia e veniamo affidati a un ragazzo che ci accompagna in moto fino alla statale da supercross.
In fondo non avevano tutti i torti ad indicarci direzioni a casaccio perche' la strada effettivamente non c'era...
Seguiamo il nostro sherpa che ci porta da un meccanico, giriamo dietro l'officina, guadiamo un fiume, schiviamo due polli e poi ci indica un sentiero: la statale 15!!
Maremmamaiala! Qui veramente non c'e' GPS che tenga!
Così dopo 40 Km di supercross raggiungiamo sfiniti i 100 metri di asfalto e ci fermiamo per la notte.
La mattina si riparte: Savannaket o morte! E fu Savannaket..
Bel posto, sul Mekong, pieno di case vecchie che spacciano per attrazioni turistiche.
Dopo una tripla doccia riprendiamo sembianze quasi umane e facciamo un giro in città. Qualche birra, il tramonto sul fiume, e poi cerchiamo un locale per cenare.
In moto ( senza casco, che bello..) sul lungo fiume ci affianca un tizio in motorino e ci propone il suo ristorante. Perchè no? Premiamo l'iniziativa imprenditoriale e lo seguiamo fino alla sua bettola.
Lui era già sbronzo e noi gli abbiamo dato il colpo di grazia. Cosa pensava di fare? Sfidare ad alcol degli italiani? Come insegnare a un gatto ad arrampicare..
Così la nostra missione è stata quella di tenere il boss lontano dagli altri clienti continuando a farlo bere.
Che tipo! Sua moglie gli ha già sparato una volta, ci ha fatto vedere la ferita, ma come si può darle torto?
Alla seconda birra eravamo i suoi migliori amici, alla quarta lui sboccava a bordo fiume e noi finalmente mangiavamo tranquilli.
Mi ha anche dato il suo asciugamano putrido! Se non è amicizia questa ditemi voi cos'è.
La cena è stata forse più pericolosa di sua moglie: grigliata faidatè di fegati, cuori, frattaglie e pesci ignoti, il tutto accompagnato da una pasta di pesce che l'OMS vieta tassativamente di mangiare agli stranieri.
Ma noi abbiamo degli anticorpi grossi come bufali...
Per ora siamo vivi, se domani non avete nostre notizie iniziate a preoccuparvi.
Dato che il tablet agonizza, chiudo questo post e ne faccio di nuovi con le foto, almeno questa povera macchinetta prende un po' fiato.


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