Pushkar bis

Qui si va di male in peggio, Pushkar è veramente mal frequentata. Coppie gay a parte, dal medio oriente sono arrivati anche i tossichelli. Sporchi peggio degli intoccabili, riescono anche ad andare in giro scalzi per la strada. E qui siamo in un villaggio indiano sovraffollato, quindi con cumuli di immondizia fuori dal comune e come se non bastasse le mucche mangiano la spazzatura, stanno male e fanno la cacca a spruzzo dove capita. Neanche gli intoccabili sono scalzi.
I biancovestiti sono scomparsi, c'è ancora qualche nostalgico hippie ormai in via di estinzione per anzianità e tutto il resto è Israele.
Fortunatamente il nostro hotel è fuori budget per la feccia, e fuori dal paese, così è frequentato solo da ricchi indiani, gay e turisti organizzati in minivan. Qui ci tornerei, ma non a Pushkar.
Oggi ci siamo spinti downtown in cerca di un bancomat e di un fabbro: bancomat vuoti e fabbri chiusi. Perché? Perché la domenica le banche sono chiuse e non ricaricano gli ATM e il lunedì aspettano i versamenti dei negozianti per avere i contanti da caricare, così niente soldi fino a metà pomeriggio. Invece i fabbri sono chiusi perché è domenica, ce l'hanno detto in due, ma oggi è lunedì... mistero indiano...
Così già che eravamo in centro abbiamo fatto i polli da spennare. Prima ci siamo fermati dal nostro fruttivendolo di fiducia per un tè e uno yoghurt, si, dal fruttivendolo. Il padre, che non fa servizio bar, ci ha riconosciuti e ci ha fatto segno di sederci che sarebbero arrivati i figli così, dopo 55 minuti di attesa, ci siamo fatti dare due lattine di coca cola perché non era ancora arrivato nessuno! Se è il nostro fruttivendolo di fiducia ci sarà un perché..
Poi mi sono fatto pelare dal barbiere, sia la faccia che il portafoglio, abbiamo fatto un paio di acquisti e cena al ristorante tibetano. Neanche il tibetano è più tibetano: gestione indiana, video con mantra per il dio Shiva (nel paese di Brahma in un locale buddista), Momos buoni ma approssimativi e tsampa balls farlocche! E neanche un incenso e una birretta sotto la foto del Dalai Lama, un sacrilegio.
Mi spiego meglio: i momo sono dei ravioli simili a quelli cinesi e le tsampa balls sono delle palle di orzo e burro, cibo nutriente e di facile conservazione, che vengono poi aromatizzate sia dolci che salate. Quelle al cioccolato sono divine ma qui invece della tsampa hanno usato i biscotti sbriciolati, un sacrilegio ancora più grave del Dalai Lama senza birra.
Dopodomani torneremo in paese per il fabbro sperando che non sia ancora domenica. Faremo sicuramente una tappa dal fruttivendolo ma il paese non ci frega più.
Foto del giorno: due tramonti sullo stesso deserto.




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