A casa sotto la neve.

Eccoci a casa dopo essere transitati per 5 aeroporti in due giorni e aver passato vari controlli anti Covid.
Una cosa sola è sicura, non abbiamo la febbre e tendiamo all'ipotermia come quella volta che ci hanno misurato 34 gradi.
Comunque per correttezza giovedì lo comunichiamo in ospedale, devo già andarci per una visita e vediamo se vogliono metterci in quarantena. Se lo yacht è pronto lo siamo pure noi e siamo anche disposti ad isolarci all'Argentario.
Io la quarantena la farei per la mia sicurezza perché qui sul lago ci sono un sacco di lombardi in fuga dal virus, vatti a fidare!
Intanto siamo stati accolti a casa dalla neve..
Thailandia del sud, cosa dire?
Senza turisti cinesi e con pochi dal resto del mondo si stava proprio bene, mi dispiace per l'economia locale ma meglio per noi pochi turisti.
Nonostante la poca affluenza la plastica abbonda ma si sa che questa è la cultura locale e possiamo fare poco, ma quel poco dovremmo farlo.
I thailandesi abusano della plastica monouso, non hanno ancora assimilato la cultura del riciclaggio e credo che ci siano interessi economici interni che "disincentivano" l'applicazione di norme anti inquinamento.
Dopo il caso social-mediatico di Mariam la Thailandia si è sentita obbligata a varare delle norme restrittive almeno per la plastica monouso ma, chissà perché, verranno messe in atto solo dal 2022 salvo proroghe.
L'India ha tolto la plastica monouso da un giorno all'altro coinvolgendo attivamente oltre un miliardo di persone, perché la Thailandia rimanda l'educazione dei suoi "quattro abitanti"?
Leggi a parte, questa è la volta buona per dare un pochino di respiro a queste belle destinazioni turistiche: mancano i cinesi che sono nella Top4 dei plastificatori mondiali e ci sono prevalentemente occidentali che hanno un minimo addestramento ecologico.
Il sistema è semplice: basta farsi rifilare meno plastica inutile possibile, "no plastic" lo capiscono tutti, e magari non vergognarsi a raccogliere una bottiglia abbandonata sulla spiaggia e gettarla in uno dei miliardi di bidoni sparsi sul territorio.
Tutto qui. Fare una vacanza a "impatto meno uno", cioè portando via dalla spiaggia un solo rifiuto abbandonato al giorno, potrebbe fare la differenza.
Penso solo ai gitanti giornalieri sulle isole che sono centinaia, se ognuno di loro riportasse in un bidone sulla terraferma un pezzettino di plastica
le isole tornerebbero ad essere paradisi incontaminati in un mese.
Ho visto la differenza tra Yao, Libong e Kradan: a Yao i pochi turisti vincono sui tanti thailandesi così poco sforzo e buon esempio fanno si che la plastica abbandonata la domenica finisca nei bidoni entro lunedì mattina. I thailandesi non sono mica stupidi, solo non ci pensano, ma se vedono uno straniero pulire casa loro si sentono in colpa e imparano subito.
A Libong, probabilmente pressati dall'opinione pubblica, hanno capito che tanta plastica è superflua e che il mare porta plastica a riva ogni giorno e oggi è un'isola pulita e mantenuta pulita dagli abitanti anche grazie all'assenza del turismo di massa.
E poi c'è Kradan che mi fa sprecare le parolacce perché il turista medio ignora il degrado e non esita a peggiorare la situazione.
Comunque qui al sud è proprio un bel posto, da Phuket a Trang ce n'è per tutti i gusti. Dalla massa di Phuket al turismo medio di Ao Nang, al relax occidentale di Lanta, al poco di Trang.
Ci sono le isole per trascinatori di trolley e quelle per tutti gli altri, località per famiglie e comunità di nudisti. Più scendi a sud e meno stranieri trovi, a parte sulle solite isole, e finiscono anche le scritte in inglese. L'unica sulla spiaggia di Yao era "TOILEF"..
Sono stato piacevolmente sorpreso dalla famosa variabile islamica che non c'è! Qui la maggioranza della comunità è musulmana quindi, non essendo una minoranza, hanno una vita molto più rilassata.
Nudisti a parte, queste sono mete per il turismo locale, non c'è una grande affluenza di occidentali con le loro brutte abitudini, i cinesi non si spingono fino qui sotto e i buddhisti sono simpatici, così ho finalmente trovato una comunità felice.
E gli auguro ancora tanti anni di felicità senza turismo straniero di cui non hanno assolutamente bisogno.
Ci è dispiaciuto non poter esplorare questa zona, è l'unica parte che ci manca, e credo che sia ancora abbastanza incontaminata dalla faranghite acuta che non è una malattia respiratoria ma una eccessiva occidentalizzazione.
Speriamo che duri perché non sappiamo quando torneremo qui.
Gli ultimi incontri di viaggio ci hanno convinto a cercare una moto in Indonesia e dedicarle i prossimi tre viaggi. Vedremo.

Foto del giorno: nevica e c'è poca linea, quindi niente. Appena si scongela il ripetitore pubblico qualcosa.