Singapore

Mai più a Singapore! 
La città più cara del mondo, la capitale del cattivo gusto che neanche a Dubai e il regno della burocrazia idiota che neanche l'India.
Certo è a modo suo una bella città, è verdissima e pulitissima ma se arrivano a dover mettere il cartello "non urlate e non picchiate il doganiere" un motivo ci sarà...
Il passaggio della frontiera via terra si fa in 5 minuti di treno presentando il passaporto in biglietteria e usando sempre il passaporto al posto del biglietto.
Bellissimo e comodissimo! pensavamo noi ingenui...  Ho chiesto prima di partire quali fossero le formalità doganali e la risposta è stata: "niente. Basta scansionare il passaporto".
Ma poi arrivi a Singapore e ti chiedono se hai scaricato l'applicazione doganale e compilato il modulo... Quale app e quale modulo!? Ho chiesto e nessuno mi ha detto niente e in una stazione piena di fogli con codici QR per le più svariate pubblicità non vado a cercare il QR della dogana se nessuno mette un avviso.
E va bene, compiliamo il modulo...
Devi scrivere due volte il numero di telefono, due volte l'email, due volte la nazionalità, due volte il sesso, oltre a tutti dati del passaporto che hai già dato in biglietteria e poi la residenza... due volte anche quella ma la prima volta devi selezionare Italia e la seconda volta Italia+ la regione.. che è in un elenco casuale invece che alfabetico e con regioni miste: ad esempio le Marche sono da sole ma poi trovi Piemonte e Sicilia insieme! E questo è solo l'inizio... Alla fine per passare la dogana ci vuole un ora e mezza!
Una volta usciti in terra singaporese cosa fai? Non ci sono indicazioni, non c'è una mappa, non c'è un ufficio informazioni... non c'è niente!
Andiamo alla fermata degli autobus e ci sono solo i numeri dei bus, senza destinazioni e senza una mappa. Troviamo un agente e chiedo dov'è l'ufficio informazioni. Risposta: non c'è! Allora chiedo come andare downtown e lui risponde: "semplicissimo! Prendete il bus 911, scendete alla metropolitana e poi prendete la linea verso il centro città". Bene, dico io, dov'è la biglietteria? Risposta: non c'è, il biglietto si fa sul bus con le monetine. Ri-bene, ridico io, dov'è un cambio valuta? Risposta: non c'è! Ri-ri-bene, posso pagare con la carta di credito? Risposta: No! 
E allora!? Come faccio a prendere il bus!? Risposta: non lo prendi, prendi un taxi che accetta anche le carte.
Stra-ri-bene, ma dove diamine mi faccio portare se non c'è verso di avere una mappa!? (Neanche all'ufficio turistico al confine in Malesia c'erano mappe di Singapore ma solo di Johor e Kuala Lumpur che è a 350Km) Risposta: fatti lasciare alla City Hall.
E così, con 20€ di taxi ci facciamo lasciare alla City Hall e cerchiamo un ufficio turistico... Due chilometri a piedi, aperto fino alle 18.00, ma in realtà era chiuso! Fortunatamente c'erano delle mappe a disposizione e abbiamo potuto iniziare la nostra visita della città.
Singapore è tutta così: cartelli a casaccio, mappe non in scala, difficile da girare anche con il navigatore.
...e io mi lamentavo di Johor Bahru...
Alla fine non siamo degli sprovveduti e ci siamo arrangiati.
Siamo stati nei quartieri indiani, arabi ma anche nelle zone ricche e nel mitico parco sulla baia: tutto bello ma niente di che. Lo so, non si giudica il libro dalla copertina e non si giudica la città in poche ore ma un pochino di esperienza ce l'ho: Singapore non ha una identità precisa ed è un crogiolo di etnie ben separate tra loro. In pratica non ha un'anima ed è così "sterile" che non mi ha neanche ispirato nel fare le foto.
Degno di nota il garden at the bay, parco immenso con le biosfere e non solo, che non è niente di particolare ma le biosfere meritano una menzione perché essendo delle serre immense ti aspetti di entrare in un ambiente caldo e umido e invece sono fresche. Hanno un impianto di raffreddamento a pavimento per far sopravvivere le piante "esotiche" come i pini, le primule e i gerani.
Comunque se volete vedere dei bei giardini botanici c'è Villa Taranto e l'isola Madre sul Lago Maggiore, non questi di Singapore...
E poi c'è la parte ricca della città ricca: il regno del kitsch, anche se a chiamala così il cattivo gusto potrebbe offendersi...
Le boutiques dei famosi marchi vendono delle cose orrende ma così orrende che fanno schifo anche sui manichini in vetrina!
Cose che anche un troglodita arricchito farebbe fatica ad apprezzare e credo che siano prodotti commercializzati solo qui. A Dubai ne ho viste di schifezze da arricchiti ma queste vetrine fanno sembrare l'emirato un posto di classe.
Avrei ancora tante brutte parole per descrivere Singapore ma mi sto già dilungando troppo e passo direttamente alla foto del giorno: No comment.


Commenti